domenica 31 maggio 2015

La mia dieta - La visita


Finalmente dopo una lunghissima attesa siamo arrivati al giorno fatidico: il giorno della visita! 
Il giorno dell'appuntamento ero carichissima, mi sono persino preparata una serie di domande da fare al dietologo in modo da avere meno dubbi possibili.

Il dietologo è stato molto chiaro, la sola dieta non basta, anzi, spesso è deleteria. 

Per perdere peso in modo sano bisogna fare movimento. 


Tutti quanti conosciamo il famoso "effetto yo yo", cioè il fenomeno della perdita e riacquisto ciclico di peso corporeo in seguito a diete eccessivamente ipocaloriche. Anche io lo conoscevo ma non ne avevo capito completamente il meccanismo. 

Per chi non lo sapesse funziona così: se segui un regime dietetico  restrittivo e non fai movimento l'organismo percepisce il momento di carestia e abbassa i consumi. Questo significa che se prima consumavi 100, ora consumi solo più 80/90. La tua dieta da risultati e perdi peso ma non è un dimagrimento sano. Quello che perdi con questa dieta è sopratutto massa muscolare, che è la parte del corpo che consuma più calorie. 

Nel momento in cui ricominci a mangiare normalmente l'organismo capisce che è finita la carestia ed è cominciata la baldoria e tu riprendi allegramente tutti i chili che hai perso. Con una importante differenza: i consumi che erano scesi durante la "carestia" non aumentano ma rimangono ribassati. Di conseguenza non solo riprenderai più peso di quanto tu non ne abbia perso ma sarà sempre più difficile perdere chili.

Il dietologo, dopo le domande di rito mi ha spedito dalla dietista che aveva il compito di redarre, dopo una serie di domande sulle mie abitudini alimentari, la dieta vera e propria (la sua espressione perplessa quando le ho spiegato che non bevo mai e consumo chili di sale è stata impagabile).

Per ragioni ovvie non riprodurrò la mia dieta qui perchè ognuno deve seguire un regime alimentare fatto su misura per lui da un dottore qualificato. Non ci si può inventare un regime alimentare perchè gli effetti della cura rischierebbero di diventare peggiori di quelli della malattia.

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